La tragedia dell’appassire: “La donna invisibile” di Slavenka Drakulić

Eleonora Smania

 

La donna invisibile è un romanzo di Slavenka Drakulić pubblicato in italiano lo scorso aprile da Bottega Errante Edizioni con la traduzione di Elvira Mujčić.

Link al libro: https://bottegaerranteedizioni.it/product/la-donna-invisibile/

Nata a Rijeka nel 1949, Slavenka Drakulić è una scrittrice, giornalista e saggista di fama internazionale. E’ conosciuta negli Stati Uniti per la pubblicazione della collezione saggistica How We Survived Communism and Even Laughed (Come siamo sopravvissute al comunismo riuscendo persino a ridere, 1992), che descrive con fare provocatorio e sferzante la vita delle donne nei paesi comunisti dell’Est-europa. La collezione di saggi pubblicata da Penguin Random House Café Europa revisited: How to survive Post-Communism (2021), che si concentra nel ritrarre il contesto est europeo in trent’anni dopo la fine del comunismo. Nonostante la sua consistente produzione saggistica incentrata sull’analisi del mondo comunista e post-comunista, Slavenka Drakulić si mostra molto prolifica anche nel panorama della narrativa. In opere come Mramorna koža (Pelle di marmo, edita Rizzoli, 1994), Božanska glad (Il gusto di un uomo, edita Il Saggiatore, 1996) e Optužena (L’accusata, edita Keller, 2016), Drakulić affronta temi spinosi come il potere distruttivo del desiderio sessuale, relazioni non convenzionali e l’abuso minorile esercitato dalla figura materna. Per Bottega Errante Edizioni sono stati pubblicati Mileva Einstein, teorija tuge (“Mileva Einstein. Teoria sul dolore”, 2019) e Dora i Minotaur (“Dora e il Minotauro. La mia vita con Picasso”, 2021), che insieme a Frida ili o boli (“Il letto di Frida”, Elliott, 2014) formano una trilogia sul destino di tre importanti e complesse donne del Novecento.

Infatti, una tematica molto cara all’attrice e approfondita in molte sue opere di narrativa e saggistica è la condizione femminile. Nei suoi romanzi Slavenka Drakulić esplora le molteplici sfaccettature della dimensione femminile, descrivendo le complicate relazioni che legano le donne ad altre donne (un tema molto ricorrente e preponderante in opere come Pelle di marmo è il tormentato e complicato rapporto tra madre e figlia, così come ne L’accusata) e agli uomini.

Nevidljiva žena i druge priče (La donna invisibile, 2022), recentissima uscita di Bottega Errante Edizioni, costituisce un’antologia di racconti che esplora la perdita della giovinezza attraverso lo sguardo femminile. Una particolarità che salta subito all’occhio è l’alternanza della voce narrante: gli episodi, narrati dal punto di vista di un personaggio femminile di cui il lettore non conosce il nome, alternano la prima con la terza persona singolare. Tale gestione della voce narrante si dimostra efficace nel trasmettere l’elemento che accomuna le diverse esperienze di vita raccontate dalle protagoniste, le quali si trovano a fare i conti con crude verità. Ogni protagonista, infatti, è consapevole – o lo diventa – della tragedia imminente e inevitabile implicita nella vecchiaia. Da un giorno all’altro si trovano a fare i conti con il loro lento appassire.

“Qualche giorno fa ho incontrato una persona sconosciuta nel mio appartamento. Stavo uscendo e mi sono fermata. Davanti a me c’era una donna dai capelli bianchi e con gli occhi blu. Mi guardava attonita, senza battere ciglio. Una donna sconosciuta, eppure in qualche modo familiare, intorno a lei aleggiava una nebbiolina grigiastra. Mi è parso di vedere un fantasma. Non mi sono riconosciuta subito.” (p. 7)

Il graduale appassire spoglia le donne anziane della propria corporeità e della loro quotidianità, spingendole a cambiare le loro abitudini e passatempi: si sentono più svogliate, non amano più vedersi allo specchio o andare a fare shopping, optano per vestiti che nascondono le sempre più numerose imperfezioni. Il ricordo di com’erano una volta le rende consapevoli del loro lento sbiadimento. Nuove regole si impongono nella vita delle donne dal momento in cui iniziano a mostrare i segni dell’età, nuove situazioni definiscono la loro quotidianità. Il cambiamento inizia uno sbigottimento iniziale, e l’esperienza della vecchiaia – un evento naturale che accomuna sia uomini che donne – per quest’ultime diventa un tabù, di cui nessuno osa parlarne liberamente.

“Mi sembra di essere alla scoperta di una nuova dimensione dell’esistenza. Esisto e non esisto allo stesso tempo perché sempre di più … sbiadisco. Può essere che ci sia una regola sociale che vieta di rivelare alle donne anziane che in realtà si stanno trasformando in vetro?” (p. 11)

Straordinaria e visivamente efficace appare la giustapposizione degli effetti dell’invecchiamento a livello interiore con quelli a livello esteriore. La sensazione di graduale sbiadimento provata e raccontata dalle protagoniste si riflette per contrasto sul corpo femminile, marchiato inesorabilmente dal tempo: la pelle si raggrinzisce, i muscoli si inflaccidiscono, la bellezza sfiorisce, i momenti di intimità vengono sempre più evitati e le persone iniziano a rifiutare la vista di un corpo che invecchia. Anche nei rapporti tra madri e figlie la vecchiaia rappresenta un evento cruciale: le figlie vedono nel corpo nudo delle madri un terrificante memento di ciò che verrà, il simbolo di un destino di sofferenza e solitudine che un giorno dovranno sperimentare a loro volta.

“E poi, in camera, quando si è seduta sul letto, l’asciugamano si è aperto del tutto. Di nuovo mi ha pervaso un’onda di disagio e paura, come se la percezione del suo corpo mi tendesse un agguato pericoloso. Mi sono spaventata perché in quel momento in lei ho riconosciuto me stessa, una copia rimpicciolita e grinzosa. Ho capito che la vecchiaia è contagiosa.” (p. 41)

Altri rapporti nell’antologia sono quelli tra mogli e mariti. L’autrice si sofferma in particolare sul come i coniugi percepiscano in modo diverso l’invecchiamento: se da una parte la moglie sente di consumarsi lentamente, il marito si dimostra molto più cosciente della sua dimensione corporea. Nell’interiorità del compagno prevale vivida la vergogna di non poter essere più affascinante e forte come un tempo.

“Ma neppure per gli uomini è facile: già da diverso tempo noto che mio marito evita di guardarsi allo specchio in corridoio. E se per caso butta uno sguardo, istintivamente prima tira dentro la pancia, e poi le guance per avere un viso che sembri più magro e più allungato, come in gioventù.” (p. 101)

Le donne diventano esangui e svaniscono man mano che passa il tempo, perdendo la presa sul proprio corpo. Le loro membra non agiscono più come dovrebbero, diventano la loro prigione. La mente è intrappolata in un corpo diventato ormai inaffidabile, in costante regressione e distruzione.

“Mentre era ferma davanti alla vetrina e il liquido caldo scorreva, le era del tutto chiaro che la sua volontà non significava più nulla. D’ora in poi vivrà nell’incertezza. A quale parte del corpo toccherà la prossima volta?” (p. 137)

La donna invisibile è una raccolta di racconti cruda, la sua lettura risulta a tratti dolorosa perché riflette un’esperienza universale e vera. Slavenka Drakulić racconta l’isolamento, la solitudine, le negligenze, il disgusto, il terrore e la paura che la vecchiaia scatena nelle donne, senza indorare in alcun modo la pillola al lettore. Non ci sono conclusioni rassicuranti, in quanto non sta all’autrice offrire il conforto sperato: l’antologia presenta una narrazione schietta e senza filtri, a tratti liberatoria e priva di edulcorazioni. La donna invisibile rappresenta uno sfogo liberatorio in risposta al sentimento di angoscia legato alla vecchiaia. Le rughe che solcano la pelle, i capelli ingeriti, i tremori e i vuoti di memoria sono solo alcuni dei segni dello scorrere inesorabile del tempo, su cui si cerca di non soffermarsi troppo o di non parlare affatto. Chiunque di fronte alla sofferenza avverte l’impellente bisogno di rivolgere lo sguardo nella direzione opposta o persino di fuggire lontano. Quante volte una donna ha vissuto nella completa solitudine perché le persone a lei care non riuscivano fisicamente a vederla consumata dalla malattia? La paura della sofferenza è ciò che rende insostenibile la vista dei corpi delle persone anziane.

“Le persone anziane sembrano perdere il diritto a esporsi, a mostrare il proprio corpo taglia altri. I loro corpi spaventano gli altri, persino quando non sono particolarmente repellenti.” (p. 101)

La lettura dell’antologia rappresenta un vero e proprio processo di catarsi, doloroso ma necessario.

Apparato iconografico:

Immagine 1: https://quillette.com/2021/07/20/interview-with-slavenka-drakulic-the-east-west-doyenne-of-the-1990s/

Immagine 2:https://bottegaerranteedizioni.it/product/la-donna-invisibile/