Da Brač a Marte. Le avventure spaziali di Valentino Bošković

Marco Jakovljević

 

All’inizio degli anni 2000, a Spalato, in Croazia, presso la spiaggia per eccellenza della città, Bačvice, Branko Dragičević e Josip Radić, due musicisti spalatini, ma con origini dall’isola di Brač, incontrano una persona senz’altro singolare, destinata a cambiare le loro vite. Valentino Bošković, dicono Dragičević e Radić in un’intervista per “Slobodna Dalmacija” (“Dalmazia libera”), è apparso loro all’improvviso e ha iniziato a raccontare la sua meravigliosa storia: nel 1646, dopo aver trovato un manuale scritto dal nonno in casa sua, ha costruito, con l’aiuto di sua nonna, un razzo spaziale che da Brač lo ha portato a Marte, rendendolo il primo abitante dell’isola (e, in realtà, del mondo – ma la cosa a Dragičević, Radić o tantomeno a Valentino stesso sembra non importare) a viaggiare nello spazio. La vita dei due musicisti ha una svolta, i due nell’intervista parlano addirittura di un’epifania, e così nasce il gruppo che porta lo stesso nome di quel mitico viaggiatore dello spazio e del tempo che attraverso i due conterranei – che ad oggi rimangono gli unici membri fissi del gruppo – ha deciso di raccontare le sue avventure: Valentino Bošković.

Fantasie e ironia a parte, il gruppo Valentino Bošković nasce effettivamente a Spalato nel 2003 per mano (dei già citati) Branko Dragičević e Josip Radić, che già si conoscevano in quanto avevano fatto parte di altri gruppi musicali e usavano frequentare gli stessi luoghi (la spiaggia di Bačvice in primis), e rappresenta un interessante esempio di cosmic-pop croato, anzi, dalmata. Tutte le canzoni dei Valentino Bošković sono cantate nel dialetto dell’isola di Brač e, sebbene possano risultare talvolta incomprensibili per gli stessi croati o per coloro che conoscono appena la lingua (tranne, forse, proprio gli italiani, vista la grande quantità di italianismi del dialetto in questione), riescono senza dubbi a suscitare simpatia e, perché no, fascino. D’altronde il fil rouge dell’intera produzione del gruppo è, come detto in precedenza, uno solo: i viaggi spaziali di Valentino Bošković. Vodič kroz galaksiju za redikule (“Guida galattica per buffoni”), prima raccolta di canzoni del gruppo uscita nel 2018, riordina alcune delle canzoni contenute nei precedenti tre album (VSSR del 2014, Marsovska Listina del 2016, e MARS MARS MARS ep del 2017) per formare quello che in fine diventa un concept-album in cui le canzoni non sono altro che le tappe del viaggio di Valentino.

Si parte da Roketomobil (unione della parola “roketa”, versione dalmata di “raketa”, “razzo”, e “romobil”, “motorino”), pezzo interamente strumentale che cerca di creare il viaggio di andata di Valentino, le di esso atmosfere e le sensazioni che la magia dell’universo dà al viaggiatore, per passare poi a Nima nigdi nikoga (“Non c’è nessuno da nessuna parte”), in il protagonista, cui con una velata malinconia e ingenua sorpresa, constata di esser solo nell’immensità dello spazio, o a Nima nima nima nima nima vode (“Non c’è, non c’è, non c’è, non c’è, non c’è acqua”), in cui dopo essere arrivato finalmente su Marte e aver esplorato il pianeta, si accorge che su di esso non c’è acqua.

Canzoni come queste, che compongono buona parte di Vodič kroz galaksiju za redikule, in cui a suscitare l’interesse (e, magari, il piacere) dell’ascoltatore è più la parte strumentale che il cantato (o, meglio, il parlato), spesso caratterizzato da una sola frase ripetuta per tutta la durata della canzone, come a simulare i pensieri che rimbalzano nella testa di Valentino durante la sua esplorazione, non sono però ciò che rende il progetto Valentino Bošković interessante e di impatto. Esiste, infatti, una vena ironica piuttosto marcata che contraddistingue il gruppo e la sua produzione, che viene fuori ad esempio con canzoni come Koloči (versione dialettale di “kolači”, “dolci”), in cui a parlare è la nonna di Valentino, che si lamenta col nipote perché questo da Marte le ha portato dei dolci e non una dentiera nuova:

 Valentino, Valentino, doša je sa Marsa i doni’ noni koloče
Valentino, Valentino, nona mu je rekla «Bac to u škovace!»
«Zač mi nisi s Marsa doni’ novu dentijeru, novu dentijeru?»”

Valentino, Valentino, è venuto da Marte e ha portato alla nonna dei dolci
«Valentino, Valentino, la nonna gli ha detto «Buttali nell’immondizia
«Perché da Marte non mi hai portato una dentiera nuova, una dentiera nuova?»”

In Ispovid Šanpjera kozmonauta (“Confessione di San Piero il cosmonauta”) e Asinhrono, tra le canzoni più famose del gruppo, inizia a diventare chiaro alle orecchie dell’ascoltatore che oltre all’ironia e alla fantascienza c’è effettivamente altro.

La prima è l’effettiva storia di Valentino, di come ha costruito il razzo dopo aver trovato le istruzioni in un libro preso dal nonno:

Ispovid Šanpjera kozmonauta, knjiga čo san je uzeo od nonota,
tamo sam naš’o tajnu ricetu
za napravit svemirsku roketu

La confessione di San Piero il cosmonauta, un libro che ho preso dal nonno
Lì ho trovato una ricetta segreta
per costruire un razzo spaziale
E, soprattutto, di cosa lo ha spinto ad andarsene:

Godina 1646., nedija
posli mise son svoti’ popi su retordironi
a švore paridu zarobljenici,
paridu zarobljenici, paridu zarobljenici

Anno 1646, domenica
dopo la messa ho capito che i preti sono ritardati
e (che) le suore sembrano dei prigionieri,
sembrano dei prigionieri, sembrano dei prigionieri

In Asinhrono la critica sociale di Valentino si discosta dal chiaro attacco alla chiesa e all’ottusità che rappresenta (specialmente in un contesto isolano limitato come quello di Brač) e affronta, seppur senza troppi fronzoli e anzi, in una maniera che potrebbe addirittura apparire come troppo semplicistica o spicciola, non solo il tema dello sfruttamento umano, ma anche del circolo vizioso che caratterizza la società del capitalismo senza scrupoli:

Ljudi hočedu pineze
da kupidu stvori koje su napravili ljudi koji nimaju pineze.
Ljudi rode stvori da bi dobili pineze
koje in daju ljudi da naprave stvori za ljude koje hočedu pineze

Le persone vogliono i soldi
per comprare cose che hanno fatto persone che non hanno soldi.
Le persone fanno cose per ricevere i soldi
che gli danno (altre) persone perché facciano cose per le persone che vogliono i soldi

Ecco, dunque, che il vero messaggio che sta dietro al progetto Valentino Bošković emerge, senza che da parte di Dragičević e Radić ci sia una vera intenzione di nasconderlo. D’altronde, i due (sempre parlando a nome del cosmonauta Valentino) in più occasioni hanno espresso le loro idee circa determinate tematiche, come durante un’intervista per Pokret otoka (“Movimento delle isole”), associazione croata che si occupa di promuovere la vita isolana e di dare una voce agli abitanti delle isole croate, hanno risposto così alla domanda Quanto è simile nelle canzoni di Valentino Bošković la Brač di oggi alla Brač di 400 anni fa?”:

Non sappiamo come sia Brač oggi, ma 400 anni fa Brač aveva un problema con la raccolta dei rifiuti e con lo smaltimento dei rifiuti grandi e pericolosi (per lo più di origine romana e illirca), col trasporto medico d’urgenza, con l’emigrazione delle giovani famiglie e con l’impossibilità di trovare lavoro, soprattutto per le donne. Per non parlare del fatto che all’epoca i soldi del comune destinati agli eventi culturali, ai concerti e alle manifestazioni sportive andavano a finire nelle taverne o nei bordelli. In mare galleggiavano casse per i pesci rotte, vari imballaggi in legno e bastoncini per orecchie di bambù e tamerice. Ci fa piacere se oggi la situazione è diversa.

Inutile dire come questi siano problemi più che attuali, non di certo appartenenti al ‘600. Il problema della vita nelle isole in Croazia è presente da decenni, se non di più, e una soluzione, a quanto pare, ancora non è contemplata. Se da una parte il turista che d’estate visita Pag, Hvar o, appunto, Brač si trova davanti a idilliaci paesini dal sapore d’altri tempi arroccati sul mare e circondati da pacifiche pinete o a resort e discoteche all’avanguardia, dall’altra per chi deve vivere tutto l’anno su una di queste isole (o peggio, su un’isola minore) la storia è decisamente diversa e non così rosea, come suggerito dai membri del gruppo durante l’intervista. I viaggi marziani di Valentino, così tristi, vuoti (d’altronde, come afferma una canzone già citata: “non c’è nessuno da nessuna parte”) non sono le magnifiche avventure di un rivoluzionario esploratore che scopre nuovi, bellissimi mondi. Al contrario, lo spazio conosciuto da Valentino Bošković è brutto, noioso e non dà la possibilità all’uomo di viverci. Il probabile messaggio che Valentino, dal suo razzo spaziale costruito secondo antiche istruzioni conservate dal nonno, vuole mandare a coloro che sono rimasti sulla Terra è che questa è una e va conservata al meglio, rispettandola e rispettandosi reciprocamente, tra esseri umani.

La particolarità e il valore del progetto di Dragičević e Radić stanno non tanto nello stile musicale, che a volte strizza un po’ l’occhio a sonorità elettroniche tipiche degli anni Settanta o Ottanta del secolo scorso, o nei testi buffi che parlano di nonne desiderose di una dentiera nuova, ma nell’aver creato una storia, un mondo parallelo, metafora del mondo contemporaneo. In questa dimensione l’eroe principale – Valentino, che diventa reale e assume una sua umanità attraverso le parole di Dragičević e Radić – parte, indignato dalle ingiustizie del pianeta Terra, dopo aver preso “delle mutande di pelle, un pezzo di pane e un enorme bassorilievo di Hercules” per scoprire lo spazio e da esso lanciare, come un profeta, il suo messaggio ai terrestri, perché questi non si lascino ingannare dall’ottusità di una religione, dalla durezza di un sistema, dalla propria noncuranza verso il prossimo.

 

Sitografia:

https://www.otoci.eu/brac-intervjuot-valentino-boskovic/ (ultima consultazione: 15/01/2022)

https://www.jutarnji.hr/kultura/glazba/kakve-veze-imaju-brac-mars-muzika-i-raketa-svijet-ce-ovu-glazbu-slusati-cijelo-ljeto-15062002?fbclid=IwAR3J0IuWuf0cxrlO9GM3_9i2ETo8_SV8-5B9iYMzsPFF26Y5X3rK13_PN90 (ultima consultazione: 15/01/2022)

https://dalmatinskiportal.hr/zivot/grupa-valentino-boskovic–mi-smo-kombinacija-davida-bowieja–daft-punka–syda-barretta-i-novih-fosila/8874 (ultima consultazione: 15/01/2022)

https://slobodnadalmacija.hr/kultura/39-vodic-kroz-galaksiju-za-redikule-39-projekt-je-ekipe-splitskih-kreativaca-s-potpisom-valentina-boskovica-evo-tko-se-krije-iza-imena-koje-vec-godinama-sokira-javnost-548332 (ultima consultazione: 15/01/2022)

 

Apparato iconografico:

Immagine di copertina e Immagine 1: https://e.snmc.io/i/600/s/b79f1e6534d9aed5f5f3a2b0b5c672a9/7099633/valentino-boskovic-vodic-kroz-galaksiju-za-redikule-Cover-Art.jpg