Nosorih (Rhino) di Oleh Sencov

Viktor Toth

 

Regia: Oleh Sencov

Sceneggiatura: Oleh Sencov

Fotografia: Bogumił Godfrejów

Montaggio: Karolina Maciejewska

Produttore: Denys Ivanov

Produzione: Arthouse Traffic

Distribuzione: WestEnd Films

Origine: Ucraina

Lingua: Ucraino, Tedesco

Durata: 101’

Genere: Drammatico, Crime

 

Link al Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=o5mcOeXUtMU

 

Oleh Sencov, (1976 -) ha debuttato con il film “Gamer” al Festival di Rotterdam nel 2012. La sua fama si lega al controverso arresto, operato nel 2014 dai servizi segreti russi sulla base dell’accusa infondata di terrorismo. Segue un’odissea di processi, appelli internazionali, trasferimenti carcerari e vari episodi che gli permetteranno finalmente il rilascio nel 2019. Durante la permanenza in carcere, ha diretto il film “Nomery” (Numbers), presentato alla Berlinale nel 2020, tratto da una sua omonima pièce. “Nosorih”, film iniziato prima dell’arresto, viene completato e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021. In seguito all’invasione russa, si è arruolato nelle forze armate ucraine.

 

Trama: È la vita di “Rinoceronte”, che negli anni ’90 viene intrappolato da adolescente nel sistema della criminalità organizzata provinciale, ma presto scala le gerarchie fino al culmine del potere, tra atti di violenza brutale e rimpianti.

 

Interpreti:

Serhij Filimonov – Rinoceronte

Jevhen Černikov – L’uomo nella macchina

Jevhen Hryhor’jev – Plus

Alina Zjevakova – Marina

 


C’è qualcosa in Nosorih che riporta alle origini della narrativa romanzesca moderna: per raccontare la maturazione del protagonista il film di Sencov parte dall’infanzia e la riassume in uno spazio breve. Così il film si apre con una scena d’infanzia del protagonista seguita da un sommario di qualità notevole: con la tecnica del montaggio invisibile vengono mostrate l’adolescenza e l’età adulta del protagonista, senza mai abbandonare il salotto di casa, osservando una serie di eventi tanto improvvisi quanto rilevanti nel suo percorso, ma che ripercorre anche i vari momenti della recente storia ucraina fino agli anni ’90, incluso il dramma della coscrizione militare e la guerra dell’URSS in Afghanistan. Una cascata di episodi che può facilmente confondere ma anche stupire. Già soltanto questо tour de force registicо dimostra le doti di Sencov.

La trama di Nosorih lo fa facilmente rientrare nel genere del Gangster Movie, dal quale eredita tutta una serie di topoi. Il rapporto del protagonista con i complici e l’ascesa all’interno dello scenario criminale locale ricordano in larga parte classici come C’era una volta in America di Sergio Leone o Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese, e l’arco narrativo di ascesa e caduta è analogo ai film del genere. L’uso di piani sequenza si sostituisce ad un découpage neutrale da cinema contemporaneo.

Ad un certo punto si evidenzia un narratore interno, il protagonista stesso, che scopriamo mentre racconta gli eventi ad un altro personaggio, un ascoltatore senza nome, ed il tono di Nosorih inizia a distaccarsi dal Gangster Movie più tradizionale. Se la gran parte del cinema hollywoodiano di questo genere evita di interrogarsi sull’aspetto etico della rappresentazione della violenza, ben presto – attraverso una volontà di redenzione che si esprime nello sviluppo del protagonista – Nosorih assume invece uno sguardo critico. La brutalità non viene meno, scene di violenza ed aggressività si susseguono, ma insieme ad esse emerge una forte introspezione sul senso di colpa. In tal senso Nosorih è un’analisi dell’amoralità, del circolo vizioso della violenza dal quale Rinoceronte non può uscire. L’unica speranza di redenzione è nell’ammissione della colpevolezza, e così l’interlocutore senza nome può essere interpretato come una specie di angelo della morte, o come la coscienza del protagonista. Questa ottica non rende però più edulcorate le scene di violenza, nelle quali si riscontra una brutalità esplicita di carattere quasi iperrealista, senza moralismi.

Sarebbe scorretto cercare riferimenti concreti e diretti alla prigionia di Sencov all’interno del suo film. La scena in cui Rinoceronte viene catturato e torturato da una banda rivale non rispecchia le agghiaccianti esperienze personali del regista, in quanto Nosorih era in pre-produzione precedentemente al 2014, ed anche se le riprese sono avvenute successivamente alle esperienze di Sencov (peraltro, apparentemente non brutali quanto quelle della scena di Nosorih) è chiaro che il film non compie riferimenti alla contemporaneità, e non rivendica nessun elemento autobiografico.

È importante notare che Rinoceronte non sceglie la malavita. La sua introduzione alla malavita è legata ad un episodio di minaccia da parte di un tirapiedi che gli impone un lavoro criminale per ripagare un debito inesistente. La sua ascesa nella criminalità organizzata e la sua discesa nella brutalità non hanno radici in una scelta consapevole ma sono conseguenza, quasi fatale, degli eventi. Ciò non sminuisce in nessun senso la colpevolezza di Rinoceronte di fronte ai suoi crimini, ma indica un concetto fatalista di fondo che pervade l’intero film. Un’idea simile era già suggerita in Nomery, il film precedente di Sencov, ove un regime distopico viene rovesciato, ma i nuovi leader a loro volta si impongono con una nuova distopia – forse una metafora del crollo dell’URSS e della nuova egemonia della Federazione Russa. Se Nosorih non esprime alcuna posizione politica specifica, esso suggerisce invece una concezione esistenzialista dai confini incerti in cui domina il fatalismo, ma da cui non deriva comunque l’assenza di senso delle azioni umane o dell’etica, e dove le azioni eticamente scorrette hanno conseguenza, oltre che fisica, morale.