Iz zav”jazanymy očyma (Blindfold) di Taras Dron’

Сlaudia Fiorito

 

Regia: Taras Dron’

 

Sceneggiatura: Taras Dron’, Jakub Prysak

Fotografia: Oleksandr Pozdnjakov

Montaggio: Oleksandr Pozdnjakov, Taras Dron’

Produttore: Valerija Sočyvec’, Taras Dron’

Produzione: Sučasne Ukraïns’ke Kino

Distribuzione: 86PROKAT

Origine: Ucraina

Lingua: Ucraino

Durata: 105’

Genere: Drammatico

 

Link al Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=hKUqkAXyk20

Link a cui reperirlo: https://www.takflix.com/en/films/blindfold

 

Diplomato alla scuola nazionale di cinema di Łódź – che vanta tra i suoi studenti Andrzej Wajda, Roman Polański, Krzysztof Kieślowski, Małgorzata Szumowska – Taras Dron’ (1980) inizia la sua carriera come regista di videoclip musicali. Dopo il 2014 si dedica alla narrazione del conflitto in Ucraina, realizzando i documentari “Ostap” (2015) sulla regione di Donec’k e “Koly cej viter stychne” (“When will this wind stop”, 2016), sulla Crimea. “Iz zav”jazanymy očyma” è il suo primo lungometraggio di finzione.

 

Trama: Dopo la scomparsa del suo ragazzo Denys, volontario al fronte in Ucraina orientale ed ex lottatore di MMA, Julija decide di lasciare anch’essa la propria carriera decennale di atleta, convinta che non ci siano più speranze di ritrovarlo. Quando tuttavia comincia ad andare avanti con la sua vita, iniziando anche una nuova relazione sentimentale, un messaggio anonimo le comunica che Denys potrebbe essere ancora vivo.

Interpreti:

Maryna Koškina – Julija

Oleh Šul’ga – Maksym

Larysa Rusnak – Madre di Denys

Oleksandr Mavric – Allenatore di MMA

Serhij Luzanovs’kyj – Oleh

 


Dedicherà la sua vittoria a Denys?” chiede una giornalista a Julija nel corso di una conferenza stampa prima del suo prossimo incontro di MMA: l’atleta, compagna di Denys nella vita ma anche sul ring, porta il lutto del ragazzo sia nella vita privata che sotto i riflettori. “La vittoria sarà dedicata a tutti i caduti al fronte”, risponde per lei il suo allenatore. Di Denys, come di molti altri, non vi sono più notizie, ed è ormai scontato che sia dato per morto.

La visibilità di Julija e Denys, tuttavia, porta la madre di lui ad essere contattata da un numero di telefono sconosciuto, che in un messaggio le comunica che Denys è ancora vivo: le due donne hanno poco tempo per raccogliere 50.000 grivnie affinché Denys venga sottoposto ad urgenti cure mediche per permettergli di ritornare a casa. Julija è scettica: si tratta probabilmente di una truffa. Ma si può andare avanti facendo finta di niente?

Nato da una conversazione del regista con un’amica poco dopo la rivolta del Majdan che ne ha ispirato il soggetto, Iz zav”jazanymy očyma è un film che affronta la disperazione e la confusione della guerra attraverso gli occhi di chi resta. In occasione della sua prima proiezione in Ucraina al festival internazionale del cinema di Odessa, il film è stato insignito del premio FIPRESCI, mentre ha vinto il riconoscimento come miglior film d’esordio in occasione della proiezione internazionale al 36° festival cinematografico di Varsavia.

Le riprese hanno avuto luogo a Kyïv e a L’viv, città natale di Taras Dron’; tuttavia, una scelta deliberata del regista è stata quella di non collocare geograficamente gli eventi, al fine di conferire un punto di vista universale alla vicenda. La formazione del cast artistico ha richiesto delle lunghe selezioni, in particolare per quanto ha riguardato la scelta dell’attrice protagonista, che dopo un lungo casting è ricaduta su Maryna Koškina: originaria della regione di Luhans’k, uno dei territori fulcro del conflitto in Ucraina, l’attrice si è sottoposta ad un allenamento giornaliero di MMA per sei mesi, decidendo di performare personalmente e senza l’uso di stunt tutte le scene di lotta. Tali scene hanno ricevuto il plauso della nazionale ucraina di MMA, che ha particolarmente apprezzato il film e la resa realistica dei combattimenti.

Senza presentare direttamente il conflitto sullo schermo, il film mostra le conseguenze della guerra su chi non ne è coinvolto in prima persona, attraverso le esperienze dei personaggi principali: la madre di Denys, incapace di rassegnarsi alla scomparsa del figlio, e la stessa Julija, alla quale la memoria del ragazzo al fronte viene continuamente fatta presente dalle persone che le stanno accanto. Tra i compagni di MMA di Julija vi è inoltre Oleh, ex volontario ritornato a casa, che alla fine delle vicende le annuncerà la sua decisione di ritornare al fronte, l’unico luogo in cui riesce a sentirsi compreso: rimasto senza lavoro ed essendo stato lasciato dalla sua compagna, egli si sente ormai un outsider nella sua vita da civile.

Alla guerra e ai sentimenti discordanti in merito al conflitto in Ucraina si fa cenno più volte all’interno del film, più o meno esplicitamente: quello che ne emerge è soprattutto un senso di stanchezza, di una popolazione civile abituata alla vista dei militari, di volontari che raccolgono offerte per la milizia in recipienti vuoti. “Al giorno d’oggi chiunque va in giro vestito da soldato, dovrei far salire tutti senza pagare?”, si lamenta l’autista di un bus in centro città, dopo aver chiesto i documenti a dei giovani in divisa.

Il titolo del film, la cui traduzione letterale è “Con gli occhi bendati”, come il regista ha dichiarato in un’intervista dopo la sua uscita nelle sale, è un riferimento alla sua realizzazione, nonché un invito alla sua fruizione: “Ho inserito nel titolo un concetto molto semplice: non devi razionalizzare, devi seguire quello che sente il tuo cuore. Noi abbiamo realizzato questo film con il cuore”.