Lesja Ukraïnka e il femminismo ucraino

Yuliya Oleksiivna Corrao Murdasova

Le vicende letterarie dell’Ucraina sono fortemente legate alla storia politica ibrida che ne ha modellato i contesti d’azione. Ciò che accadeva in Europa attirò l’attenzione di molte personalità dell’intellighenzia dell’Ucraina occidentale portandoli all’analisi del problema dell’emancipazione femminile. Le radici del femminismo ucraino affondano proprio in questo contesto, nella seconda metà del XIX secolo a L’viv, città dell’intellighenzia, idee innovative e aspirazione alla libertà nazionale. Secondo la studiosa Larysa Petryšyna, il femminismo ucraino possiede un carattere peculiare dovuto al regime coloniale dell’epoca che non ha permesso una focalizzazione primaria sulle disuguaglianze e sull’emancipazione femminile. Infatti, i primi movimenti nati come tentativi di emancipazione sono quelli che si danno come obiettivo quello di rivendicare l’unità e l’identità sociale e nazionale di un intero popolo.

La fine del XIX secolo e i primi 14 anni del XX rappresentano per l’Ucraina un periodo di grandi cambiamenti: in Ucraina occidentale si avvia un processo culturale dinamico, testimoniato dallo sviluppo delle arti in lingua ucraina. In questo momento nasce il modernismo ucraino che si distingue da quello europeo dal suo carattere storico-culturale e non solo prettamente estetico: i processi culturali dinamici favoriscono nel 1884 in Galizia la nascita del primo “Movimento femminista ucraino nella Galizia”. Per opera di quelle che sono le pioniere del movimento femminista ucraino, Natalija Kobryns’ka (1851-1920) e Olena Pčilka (1849-1930), il Movimento raggiunge un discreto successo giungendo alla pubblicazione di almanacchi “La prima ghirlanda” (1887). La creazione del movimento è una reazione alle questioni sociali e politiche presenti sul territorio ucraino in quel periodo, tra le quali l’avversità del governo a cambiare il sistema feudale. Natalija Kobryns’ka, convinta che in nessun caso il socialismo avrebbe risolto la questione femminile (emancipazione, disuguaglianze sociali), era fermamente convinta che l’unica soluzione alla questione potesse arrivare soltanto mediante l’autoconsapevolezza nazionale e l’istruzione: una donna libera è, prima di tutto, una donna cosciente. Si può comprendere da questo che il principale scopo del movimento appena sorto non era la lotta contro le ingiustizie subite dalle donne, ma contro quelle subite da tutti i cittadini ucraini. Con il trascorrere del tempo, il movimento prese una direzione artistica e culturale, senza abbandonare quella sociale, pubblicando le opere della stessa Kobryns’ka: nei suoi scritti riflette sulla posizione della donna in contesti diversi della società, tra cui quello dell’istruzione, il tempo libero e il lavoro, mettendo in relazione la situazione ucraina a quella dei movimenti femministi internazionali.

Successivamente, agli inizi del XX secolo, un’altra importante esponente del nascente femminismo ucraino, Olha Kobylianska fonda “Associazione delle donne rutene in Bukovina” (1894) rivelandosi una delle figure più influenti del femminismo letterario in Bukovina. A differenza di Kobryns’ka, Olha Kobylianska si focalizza principalmente sul problema etico-morale delle classi istruite in relazione alle condizioni di subalternità delle donne della classe media.

Come si può notare, la principale caratteristica dei movimenti femministi ucraini tra la seconda metà del XIX secolo e l’inizio del XX, risulta essere la liberazione nazionale come prerequisito per la liberazione delle donne dal loro stato di subordinazione. In questo senso, il femminismo ucraino è strettamente legato al carattere nazionale e al problema linguistico del Paese:

Come compito principale delle loro attività, le donne vedevano nella lotta per i diritti nazionali e sociali di tutta la nazione e la loro acquisizione come unico garante per la loro emancipazione.
(Petryšyna, p.59)

Nella letteratura di questo periodo si può notare il conflitto principale tra coloro che pendono verso la conservazione dell’identità culturale e nazionale e il nuovo fenomeno modernista, che rappresenta un nuovo principio estetico e politico. Come afferma la critica letteraria ucraina Solomija Pavlyčko, “tra i due paradigmi esiste un’altra opposizione chiave ovvero quella tra “femminile e patriarcale”, ben compresa dai partecipanti del discorso letterario. La critica femminista è molto più vasta della semplice critica allo sciovinismo maschile e al sessismo di certe opere letterarie”. Il processo di ricondizionamento e rivisitazione degli schemi intellettuali che si sviluppa dal pensiero creativo delle scrittrici risulta essere la peculiarità che interessa alla teoria femminista. Grazie all’iniziazione delle idee del movimento femminista di Kobryns’ka, Kobylianska, Pčilka e altre pioniere, si ebbe modo di sentire la voce letteraria femminile. In questo periodo di grandi cambiamenti sociali e letterari è cresciuta la poetessa ucraina Larysa Petrivna Kosač-Kvitka, conosciuta al pubblico come Lesia Ukraïnka.

Lesja Ukraïnka, da una foto con il fratello

Figura di spicco del modernismo ucraino, nonché una rappresentante poliedrica del panorama artistico ucraino, Lesja Ukraïnka, all’anagrafe Larysa Petrivna Kosač, nasce e cresce in una famiglia nobile altamente istruita. La biografia di Larysa Kosač-Kvitka è costernata di percorsi impervi, malattie e ricerca creativa. Proprio quest’ultima le è stata donata dai genitori: il padre, Petro Antonovyč Kosač, era una personalità di spicco negli ambienti letterari, mentre la madre Olga Petrivna Kosač (Dragomanova), in arte Olena Pčilka è stata colei che ha instillato nei figli l’amore per la lingua madre, si è presa cura della loro istruzione ed è stata una delle pioniere di quello che si sarebbe poi chiamato “femminismo”. Per esprimere la sua identità ucraina, Larysa sceglie lo pseudonimo Ukraïnka in qualità di fiera rappresentante nazionale e identitaria legata a quel pensiero di indipendenza ed emancipazione che può avvenire soltanto mediante la decolonizzazione dell’Ucraina. Decide di scrivere in ucraino: la sua unica poesia in russo Impromptu (“Improvvisazione” 1899, intitolata in latino dalla poetessa) è frutto della dimostrazione ad un amico Hryhorij Mačtet della conoscenza della lingua straniera.

Il pensiero modernista si forma lentamente in Lesja Ukraïnka attraverso la sua crescita come donna-scrittrice in una società patriarcale. Un’importante influenza ebbe l’amicizia con Ol’ha Kobyljans’ka con la quale si scambiò diverse lettere per circa 14 anni. Questa relazione viene definita dalla critica letteraria Solomija Pavlyčko come “una compagnia emotiva alquanto stretta”: le lettere, per la maggior parte di Lesja Ukraïnka (mentre quelle di Kobyljans’ka andarono perse), rappresentano, secondo Pavlyčko “[…] l’incarnazione di un sogno d’amore, che non è stato completamente realizzato nelle loro vite da una fantasia lesbica, testimoniato dalle lettere e da precedenti poesie di Kobyljans’ka”. Nelle lettere, i critici evidenziano due argomenti principali, ovvero da una parte la fede nell’autoaffermazione creativa, celebrazione del talento di Ol’ha Kobyljans’ka, nonostante gli ostacoli della società, e dall’altra il tema amicale ed amorevole tra le due scrittrici.

Tuttavia, la mancanza di comprensione dell’ambiente famigliare verso tendenze innovative, tra i quali il rifiuto da parte di Lesja e della sorella Ol’ha del matrimonio religioso, ha sicuramente influito sul contenuto di diverse lettere. A tal proposito, è probabile che la studiosa Pavlyčko interpretasse la vicinanza tra Ukraïnka e Kobyljans’ka alla luce dei drammi personali nei rapporti con i mariti di entrambe le scrittrici e la loro negazione dei sistemi patriarcali, che a sua volta, ha portato a conflitti familiari e la redazione di lettere piene di sfoghi personali. Alla fine, sarà proprio Lesja ad arrendersi al matrimonio con Klyment Kvitka sotto la pressione delle condizioni sociali giustificando la sua scelta come segno di premura per il futuro marito. In una lettera alla sorella chiama in causa l’abiura di Galileo per giustificare la sua resa al matrimonio dopo tante sofferenze, evidenziando il matrimonio come condicio sine qua non al servizio del futuro marito nelle istituzioni giudiziarie:

Effettivamente, avesse sofferto quanto ho sofferto io quest’anno, anche Galileo avrebbe rinunciato, perché una persona non può sopportare più di quanto le sue forze le permettano, e anche se la cosa fosse solo in me, avrei sopportato più di quanto fossi in grado, ma non ho potuto esporre Klyona a ulteriori preoccupazioni, è troppo spaventoso. Spero che ora avremo pace almeno dalle persone, se non da qualsiasi altra cosa.” (Aheieva V., pp. 88-89).

Proprio le storie coniugali delle due scrittrici ne hanno favorito l’avvicinamento emotivo: le lettere sono un genere unico di rivelazione della propria intima sincerità tra scrittrici-donne che ha permesso lo sradicamento di stereotipi comuni e stilistici. Infatti, analizzando le loro lettere, possiamo notare una scelta di linguaggio ben evidente: con lo scopo di esprimere la loro evidente simpatia, hanno sviluppato un loro linguaggio, nuovo e inclusivo, con l’utilizzo di pronomi indefiniti come “qualcuno”, “qualcuno bianco”, “qualcuno nerino” (“хтось”, “хтось білий”, “хтось чорненький”): si noti come la poetessa Lesja terminasse le loro lettere: “qualcuno e ancora qualcun altro die gehoren zusammen. Qualcuno ama qualcun altro” (“…хтось та ще й хтось die gehoren zusammen. Хтось когось любить.”).

Il carattere femminista delle opere di Lesja Ukraïnka non risulta sempre evidente e questo ha portato a recenti dibattiti. Apertamente contraria a ogni categorizzazione che si tratti di tendenze letterarie che di pregiudizi su questioni femministe, la poetessa trasmette la sua idea in due modi: da un lato afferma la naturalezza dell’idea femminista che non necessita alcuna prova o testimonianza, mentre dall’altro puntualizza il triste stato della donna nella società moderna e la necessità di combattere per rivendicare i propri diritti. Dalle opere della scrittrice è possibile estrarre un unico tema, ovvero la tragedia delle donne in varie sfumature: la solitudine delle donne, il patriottismo delle donne, drammatica devozione alla verità e tradimento. Ricorrono dei sottoargomenti: l’indipendenza (dal matrimonio, dai legami sociali), la questione della salute psicologica delle donne (isteria), i motivi medievali.

I motivi di abnegazione, matrimonio e la questione dell’istruzione femminile ritornano in altre poesie come “Melodia orientale” (Східна мелодія / Shidna melodija/),“Melodie ebraiche” (Єврейські мелодії /Evrejs’ki melodiji/), “Non ho incolpato la parola data” (Не дорікати слово я дала /Ne dorikaty slovo ja dala/) e nella prima opera psicologica drammatica “La rosa blu” (Блакитна троянда /Blakytna trojanda/).
Inoltre, la questione femminile viene analizzata anche attraverso l’utilizzo di figure femminili della mitologia, come Niobe, o della tradizione letteraria e storica mondiale, come Ofelia, Beatrice e Giovanna D’Arco.

È opportuno portare a conoscenza anche l’esistenza di una posizione contraria a quella sostenuta finora, ovvero l’assenza del carattere femminista nelle opere di Lesja Ukraïnka rappresentato dalle idee del critico Lukaš Skupejko. Sulla base delle fonti biografiche storico-letterarie, egli scorge “l’assurdità della questione femminile” (Skupejko p.11), in quanto già nelle opere della madre Olena Pčilka egli evidenzia il carattere nazionale delle opere e mai femminista. Il critico si rivela cinico alle posizioni femministe delle scrittrici, ma probabilmente questo è dovuto ad anni di interpretazioni celate delle opere di Lesja Ukraïnka, come anche della necessità della stessa di nascondere in modo ambiguo la sua posizione femminista.

Per concludere, si evince da questa breve trattazione l’importanza nel quadro ucraino del motivo nazionale come base dell’indipendenza ed emancipazione femminile: senza la liberazione del proprio carattere nazionale, la donna come simbolo dell’Ucraina stessa non avrà modo, secondo Lesja Ukraïnka, di divincolarsi e crescere individualmente. Nonostante le posizioni di critici come Lukaš Skupejko, è evidente dalle tematiche e dalla voce stessa della poetessa, rappresentata dalle lettere, il carattere femminista. Tuttavia, risulta necessario un continuo studio contemporaneo di interpretazione del materiale letterario della Poetessa con l’obiettivo di evidenziarne le peculiarità epurandole dal pensiero stereotipato che spesso le avvolge.

 

Bibliografia:

Vеra Aheieva, Poetesa zlamu stolit. Tvorčist’ Lesi Ukraïnky v postmodernij interpretaciji, Кyiv, Lybid’, 1999.

Mihailo Draj-Hmara, Lesja Ukraïnka: žyttja i tvorčist’, New York, Zapysky NTŠ, 1979.

Taras Kuzio, Identity and nation-building in Ukraine: Defining the ‘other’, in “Ethnicities”,I, 3, Kyiv, 2001, pp. 343-365.
Tatjana Žurženko, Ukrainian feminism(s): Between Nationalist Myth and Anti-Nationalist Critique, IWM Working Paper, Vienna,4, 2001, pp. 7-8.

Solomija Pavlyčko, Čy potribna ukraïns’komu literaturoznavstvu feministyčna škola? in “Slovo i čas”, 6, Kyiv, 1991, pp. 11–29.

Solomija Pavlyčko, Diskurs modernizmu v ukrïns’kij literaturi, Kyiv, Lybid’, 1999.

Larysa Petryšyna, Polityčnyj potencial žinok I process deržavnotvorennja v Ukraїni in “Aktual’ni problemy polityky” 1997–1998, pp.55–61. (Traduzione fatta per l’occasione da me Y. O. C. M.)

Lukaš Skupejko, Lesja Ukraïnka I feminism (nefeministyčnyj pohljad), in “Urok Ukrainskoi”, 2000. – N 1. – pp. 40–42.

Lesja Ukraïnka, A collection of works in 12 volumes, Naukova dumka, 1978. – T.2-368a.

Apparato iconografico:

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